Un segnale di ottimismo

Dal manifesto del  7/2/2010 vi propongo questo articolo di Robecchi. Giusto per sdrammatizzare un po’. Tra legittimi impedimenti, processi giusti, caccia al magistrato, partiti di mafia e lavoratori sui tetti e sotto i ponti.

Un segnale di ottimismo
Alessandro Robecchi

Chissà che gioia per gli operai dell’Alcoa, per i precari della scuola, per i neo disoccupati e per gli operai di Termini Imerese, quando sono venuti a sapere che il ministro Renato Brunetta prende 3.000 euro netti di pensione, in aggiunta al lauto stipendio, diarie e benefits da parlamentare, privilegi da ministro. In questo marasma triste che è il paese, è bello avere un segnale di ottimismo. C’è pure un tocco di neorealismo: vendeva le gondolette in un terribile stato di indigenza, ma a 23 anni era già assistente all’università, un velocissimo riscatto sociale, oggi impossibile ai comuni mortali. Chissà che soddisfazione per tutti i plurilaureati con master e tutti i titoli in regola che aspettano un concorso, nel sapere che Brunetta – legittimamente, per carità – diventò professore grazie a una sanatoria per precari. E chissà che gioia per i ricercatori italiani sapere che mentre Brunetta faceva il deputato europeo (con un notevole tasso di assenteismo, peraltro) la sua cattedra stava lì ad aspettarlo buona buona. E chissà che entusiasmo, per i conti dell’Inps dover rendere in soldi veri tanti anni di contributi figurativi maturati (legittimamente, ovvio) in aspettativa. E chissà che bello per i figli dei (pochi, ormai) occupati stabilmente con beneficio dell’articolo 18, sapere che chi vuole abolire quell’articolo porta a casa, solo di pensione, due-tre volte la busta paga di papà, quel parassita schifoso che impedisce il futuro ai giovani con il suo egoismo. E chissà che gioia quando in una delle sue numerosissime comparsate tv il ministro Brunetta, o il candidato sindaco di Venezia Brunetta, si scaglierà contro i doppi stipendi, contro i pensionati che lavorano, contro quelli che vanno in pensione prima di 65 anni, contro i cascami di un welfare cattivo che penalizza i giovani. Bamboccioni che non sono altro, incapaci e fannulloni al punto che non sanno nemmeno mettersi in tasca pensione, più stipendio, più benefits, più prebende varie, sconti, agevolazioni e privilegi. Scemi

Tutti i lodi vengono al pettine

Il gioco di parole sul vecchio adagio era scontato, ma davvero calzante per la situazione.

Lodo Mondadori: è di pochi giorni fa la sentenza che intima la Fininvest a risarcire la CIR di De Benedetti con una somma di circa 750 milioni di euro. Ciò è la conseguenza della sentenza penale di 2 anni fa che ha riconosciuto la corruzione dei giudici da parte di Fininvest e ha comminato condanne a Previti e agli altri protagonisti della vicenda.

Lodo Alfano: domani inizia la discussione della Consulta della Corte Costituzionale circa la costituzionalità o meno della legge sull’immunità alle alte cariche dello Stato, grazie alla quale quattro cittadini italiani sono più uguali degli altri di fronte alla Legge.

Intanto, si approva lo scudo fiscale, ennesimo regalo agli evasori e ai criminali. Alla faccia dell’etica e dei contribuenti onesti. Vergogna. Ormai siamo quasi un paradiso fiscale. Ai trafficanti di tutto il mondo conviene venire a sciacquare i soldi in Arno.

“Si può fare”? … ma che cosa?

Lo slogan di Walter Veltroni è il “Si può fare” che ufficialmente prende spunto dal “Yes we can” di Barack Obama. Ma in realtà sappiamo da dove proviene: dall’esclamazione del dr Frankestein nel film capolavoro di Mel Brooks.

Mi ero ripromesso di non caderci, ma alla fine non ho resistito all’idea di comporre il mio manifesto elettorale… Leggi tutto ““Si può fare”? … ma che cosa?”