Tutti i lodi vengono al pettine

Il gioco di parole sul vecchio adagio era scontato, ma davvero calzante per la situazione.

Lodo Mondadori: è di pochi giorni fa la sentenza che intima la Fininvest a risarcire la CIR di De Benedetti con una somma di circa 750 milioni di euro. Ciò è la conseguenza della sentenza penale di 2 anni fa che ha riconosciuto la corruzione dei giudici da parte di Fininvest e ha comminato condanne a Previti e agli altri protagonisti della vicenda.

Lodo Alfano: domani inizia la discussione della Consulta della Corte Costituzionale circa la costituzionalità o meno della legge sull’immunità alle alte cariche dello Stato, grazie alla quale quattro cittadini italiani sono più uguali degli altri di fronte alla Legge.

Intanto, si approva lo scudo fiscale, ennesimo regalo agli evasori e ai criminali. Alla faccia dell’etica e dei contribuenti onesti. Vergogna. Ormai siamo quasi un paradiso fiscale. Ai trafficanti di tutto il mondo conviene venire a sciacquare i soldi in Arno.

Condannato il corrotto. E il corruttore? Non è giudicabile e fa il Presidente del Consiglio

A febbraio l’ avvocato inglese David Mills è stato condannato a 4 anni e sei mesi per corruzione in atti giudiziari: fu corrotto «con almeno 600mila dollari» da Silvio Berlusconi per testimoniare il falso in due processi in cui quest’ultimo era imputato.
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Silvio in grande forma

Finalmente è tornato quello di sempre. In grande forma. L’avevamo visto in campagna elettorale un po’ stanchino, poco entusiasta, quasi trascinato dal carrozzone del suo apparato. Addirittura lui e Veltroni facevamo i piccioncini e dialogavano amabilmente alla faccia del parlamento e di tutti gli altri partiti e forze d’opposizione.

Tutti a dire che questo sarebbe stato il mandato del Berlusconi statista, quasi che l’impianto di capelli di plastica in testa gli avesse portato saggezza e virtù. Si parlava di pacificazione, di paese normale, di rapporti civili tra maggioranza e opposizione, già si vedevano dietro l’angolo le grandi riforme e targhe da padri della patria per tutti.

Ma, inevitabilmente, Berlusconi deve fare i suoi interessi e risolvere i suoi problemucci. Far finta di dialogare non serve più al Cavaliere e a i suoi compari. E allora il banco salta.
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