Collegamento tra pandemie e il nostro modo di produrre e mangiare

Segnalo due interessanti articoli che fanno un riassunto sulla questione: la distruzione del mondo naturale ai fini di allevamento, agricoltura, estrazione mineraria e edilizia abitativa.

Aggiornamento: segnalo anche questo articolo su Internazionale: https://www.internazionale.it/notizie/laura-spinney/2020/04/08/allevamenti-intensivi-coronavirus

“Il virus dell’attuale pandemia, è stato confermato, arriva dai pipistelli, animali ritenuti prelibatezze culinarue insieme a serpenti, topi e pangolini nella cultura alimentare asiatica. Ma ricordiamoci che l’influenza Aviaria del 2003 così come la Suina del 2009 arrivano da animali allevati e considerati “edibili” dalla nostra cultura, quella occidentale. Gli animali allevati o detenuti in condizioni completamente innaturali dal punto di vista etologico e ecosistemico, sono una delle fonti di virus che possono mettere a repentaglio non solo la nostra vita, ma anche la nostra intera economia.”

“Queste epidemie sono frutto della nostra sconsideratezza, del nostro atteggiamento predatorio, che è tipicamente animale, nei confronti della natura. Noi abbiamo la presunzione di essere i dominatori del pianeta, ma non c’è una base biologica che confermi questo punto di vista. Il nostro grande cervello non ha senso se grazie ad esso non creiamo un miglioramento delle condizioni per il nostro propagarsi. Noi siamo una specie giovane, 300 mila anni rispetto ad una vita media sul pianeta di 5 milioni di anni delle altre forme di vita. Il nostro più grande errore è stato quello di pensare di essere astratti dalla Natura, che ne possiamo fare a meno, idea sbagliatissima. Basta un piccolo virus per farci capire che il nostro posto è immerso dalla Natura. La vita è solo una questione di reti e di relazioni, tutti siamo collegati: ciò che va salvaguardato è la comunità. Crediamo che sia la competizione a governare il mondo, ma non è affatto così. L’evoluzione funziona per cooperazione, invece”

Perché la pandemia dipende soprattutto da noi

Non è che la causa di tutti i mali deve essere sempre per forza il comportamento umano verso l’ambiente. Però, anche nel caso della pandemia di Covid-19, sembrerebbe essere proprio così.

Oggi ilmanifesto ha intervistato David Quammen, un divulgatore scientifico che qualche anno fa scrisse proprio un libro sul rischio di una pandemia come quella di oggi. Ecco alcuni passaggi presi dall’intervista:

Molte specie animali sono portatrici di forme di virus uniche. Ed eccoci qui come potenziale nuovo ospite. Così i virus ci infettano. Così, quando noi umani interferiamo con i diversi ecosistemi, quando abbattiamo gli alberi e deforestiamo, scaviamo pozzi e miniere, catturiamo animali, li uccidiamo o li catturiamo vivi per venderli in un mercato, disturbiamo questi ecosistemi e scateniamo nuovi virus.

[…] Noi dominiamo questo pianeta come nessun’altra specie ha mai fatto. Ma ci sono conseguenze e alcune prendono la forma di una pandemia da coronavirus. Non è una cosa che ci è capitata. È il risultato delle cose che facciamo, delle scelte che prendiamo. Tutti ne siamo responsabili.

[…] Dobbiamo fare degli aggiustamenti. Potrebbe essere che inizieremo a ridurre il nostro impatto in termini di clima, di tutti i combustibili fossili che bruciamo, in termini di distruzione della diversità biologica, di invasione dei diversi ecosistemi. Forse cominceremo ad avere un passo più attento e più leggero su questo pianeta. Questo è quello che spero, ed è l’unico bene che può venire da questa esperienza.

Vi rimando al link originale per l’articoli intero: https://ilmanifesto.it/david-quammen-questo-virus-e-piu-pericoloso-di-ebola-e-sars/

Altri link sullo stesso autore:

Coronavirus e empatia

A me piace la fantascienza. Ovviamente questa emergenza coronavirus ha un sapore che mi ricorda molti romanzi che ho letto.

Negli anni passati mi era venuto in mente di scrivere un racconto o una satira fantascientifica in cui erano le popolazioni lombarde e venete a essere vittima di un qualche cataclisma (io pensavo all’esplosione di una delle tante testate atomiche che ci sono nella base di Ghedi a Brescia) e a cercare di fuggire verso il sud Italia e verso gli altri paesi, ma venire respinte e bloccate ai confini.
Mi sembrava una legge del contrappasso adatta alla chiusura mentale di questi leghisti che non vogliono in nessun modo aiutare profughi e migranti provenienti da Paesi stranieri.

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