Dai siti di Jacopo Fo e Peacelink ho scoperto che ad agosto, nel silenzio più assoluto, il parlamento ha votato il decreto legge 112 (e poi l’ha anche diligentemente convertito in legge) che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica. In pratica, si dà il via libera alla privatizzazione dell’acqua: questo bene vitale viene equiparato ad una qualsiasi altra merce.
Dove è già successo si è assistito all’ovvia conseguenza dell’imporsi della logica del profitto: l’obiettivo non è più quello di garantire a tutti un bene pubblico a un prezzo equo, ma fare soldi.
Alcuni passaggi della legge:
Il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria, a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite […]
Ferma restando la proprietà pubblica delle reti, la loro gestione può essere affidata a soggetti privati. […]
Tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica in materia di rifiuti, trasporti, energia elettrica e gas, nonché in materia di acqua.
Ecco alcuni stralci da articoli del manifesto.
Due macchine, un camion e una ruspa: mettere un riduttore del flusso dell’acqua ad Aprilia per Acqualatina non è così semplice. Serve poi anche una scorta armata, un vigilantes con pistola e manette ai fianchi, occhiali scuri e ordine tassativo di non dare informazioni. Il gestore idrico dell’Ato 4 – in provincia di Latina – ha così deciso di passare ai fatti di fronte alla rivolta dell’acqua più estesa ed importante d’Italia. Ad Aprilia sono settemila le famiglie che da due anni stanno continuando a pagare l’acqua al comune, non riconoscendo il nuovo gestore, una società per azioni mista, con la parte privata controllata dalla multinazionale francese Veolia. «Abbiamo iniziato con le utenze commerciali a marzo – spiegano dall’ufficio stampa – e da giugno stiamo riducendo il flusso anche alle abitazioni: sono morosi e per la società è una situazione non più tollerabile». Ma sul concetto di morosi il comitato per l’acqua pubblica di Aprilia non ci sta. Fino ad oggi i 7 mila utenti che hanno contestato il gestore privato hanno versato al comune di Aprilia più di un milione di euro. Ogni due mesi vanno dal comitato, che ricalcola i consumi basandosi sull’ultima tariffa del comune e preparando i bollettini. I cittadini preferiscono di gran lunga il comitato allo sportello di Acqualatina: sono meno di 500 le persone che hanno chiesto di aderire alla proposta di moratoria, che l’Ato4 aveva provato a proporre.
(Aprilia. Acqua privata a mano armata di Andrea Palladino, 8/8/2008)
Aprilia. Arrivano i privati e le multinazionali, le bollette aumentano del 300%, ma i cittadini protestano e decidono di non pagare più di quanto pagavano prima. Ma Acqualatina manda squadre di vigilantes armati e carabinieri nelle case per ridurre il flusso o staccare addirittura i contatori. Con l’avallo del Comune. […]
È ormai guerra aperta quella di Acqualatina contro i settemila cittadini di Aprilia che da tre anni contestano un contratto mai approvato dal consiglio comunale. Ai metronotte armati si sono affiancati i carabinieri, che ieri pomeriggio hanno accompagnato un ennesimo intervento per la riduzione del flusso. Una signora di cinquant’anni è stata colta da un malore mentre quattro tecnici della compagnia idrica della provincia di Latina a colpi di piccone le tagliavano l’acqua, mettendo un riduttore che le fornirà pochi litri al giorno. […]
Oggi ad Aprilia le ordinanze dei giudici, le disposizioni del Garante regionale delle risorse idriche e settemila contestazioni in corso contro Acqualatina sono divenute carta straccia. E’ bastato che il vicesindaco della città, Giovannini, dicesse un mezzo sì alla squadra della spa con scorta armata perché i diritti della donna anziana finissero. E’ bastato che la società controllata di fatto dalla multinazionale Veolia mandasse un fax al Comune dicendo di dover fare «interventi all’acquedotto comunale», perché nessuno potesse più opporsi. Conta di più la relazione del consiglio di amministrazione, che ha detto chiaramente che la contestazione di Aprilia va risolta, con le buone o con le cattive, altrimenti sarebbe venuta meno «la continuità aziendale».
(L’acqua fa gola di Andrea Palladino, 21/8/2008)
Centinaia di amministratori hanno dato vita al coordinamento nazionale degli enti locali contro la privatizzazione dei beni comuni. L’atto di nascita ieri a Roma alla vigilia del Forum dei movimenti per l’acqua pubblica che comincia oggi ad Aprilia. Annunciati ricorsi a raffica per bloccare la svendita delle risorse idriche prevista dalla legge Tremonti […]
«Per i comuni la gestione dell’acqua diventa sempre di più una questione di ordine pubblico – spiega quindi Giovanni Cocciro, assessore di Cologno Monzese, in provincia di Milano -. Nella mia città il gestore aveva tagliato l’acqua ad un intero condominio, visto che l’80% delle famiglie che vi risiedevano non riusciva a pagare le bollette. Abbiamo poi dovuto portare noi l’acqua con le autobotti, con costi esorbitanti».
Cocciro racconta così cosa sia in concreto la gestione privata dell’acqua, che ha portato 144 comuni lombardi a chiedere di respingere, con una consultazione popolare, la legge emanata dalla Regione Lombardia nel 2006, che prevede l’affidamento alle società per azioni dell’ultimo miglio delle reti idriche. «E’ la parte del contatore – racconta l’assessore di Cologno Monzese – quella che poi interessa ai gestori privati, che qui si vogliono occupare della fatturazione». Nel caso dei comuni lombardi la proposta di Formigoni è quella poi di utilizzare sistemi di carte prepagate per attivare i contatori, «come se l’acqua fosse un servizio paragonabile a quello della telefonia», commenta Cocciro. Nonostante la maggioranza dei comuni si siano espressi contro la legge, chiedendo di consultare i cittadini, ancora oggi è in corso il braccio di ferro con l’amministrazione regionale, che ha delegato ad un direttore generale, ex consulente della Thames Water – multinazionale inglese dell’acqua -, la gestione del tavolo di concertazione.
(Sindaci in rivolta per l’acqua di Andrea Palladino, 22/11/2008)